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Lo studio dei cantieri in relazione all'architettura antica rappresenta un ambito di indagine solo recentemente approfondito nella letteratura scientifica. Esso offre dati di notevole interesse circa la molteplicità di azioni che contribuirono alla nascita di grandi opere edilizie, con riguardo alle tecniche costruttive e produttive, ma anche alla componente umana e professionale coinvolta nelle diverse fasi del lavoro. Il volume si occupa del cantiere di età tardoantica e protobizantina e ne prende in esame un aspetto particolare, quello del ciclo di lavorazione del marmo. La prospettiva da cui tale attività è indagata è quella dei marchi di lavorazione, sigle tracciate sugli arredi da maestranze e funzionari in diverse fasi del processo di produzione e distribuzione. Si raccolgono qui 3393 evidenze epigrafiche, apposte su un totale di 2951 manufatti, alcuni dei quali siglati più volte. Per esse si propone una classificazione basata su un criterio crono-contestuale, finalizzata a comprendere la funzione dei segni all'interno della filiera costruttiva e mettere in luce il ruolo svolto dalle differenti figure professionali nella fabbrica edilizia.